LE ESPRESSIONI GRAFOLOGICHE DI ALCUNI

MECCANISMI DI DIFESA


di Angela Mele







Il significato e le funzioni dei Meccanismi di Difesa sono noti: proteggere l'Io dagli imperiosi assalti pulsionali che la coscienza non è in grado di riconoscere direttamente, di accettare e di gestire. Per non farsene travolgere, l'Io adotta allora inconsciamente strategie particolari al fine di rimuoverli, dirottarli, trasformarli, che vengono chiamate “Meccanismi di Difesa”.

Questi fanno parte di un sistema vario e dinamico, in continua mobilità tanto che risulta difficile catalogarli in ordine cronologico e fisso persino nei Manuali e tanto più nella scrittura in cui non si esprimono in segni definiti in ragione proprio della loro fluidità che li fa sfuggire da ogni schematismo e regola. Sono infatti spesso chiamati in causa soltanto temporaneamente - soprattutto quando l'Io è sano e in grado di gestire in modo appropriato le proprie istanze - e, non appena hanno assolto al loro compito di salvaguardia, possono scomparire pronti a farsi sostituire, se necessario, da altre strategie più confacenti a situazioni e stati diversi.

E' quindi arduo, proprio a causa della loro natura così inafferrabile, riuscire a coglierne la comparsa/scomparsa, sostituzione, variazione.

Può risultare invece più facile reperirne le espressioni grafiche quando, usati abitualmente, diventano veri e propri tratti di carattere (le corazze caratteriali) che si incidono profondamente nella personalità.

Tra questi, meritano un accenno la Formazione Reattiva e l'Idealizzazione , ambedue radicati profondamente da un uso abituale, tanto da diventare parte integrante della personalità e veri e proprio tratti di carattere.

 

LA FORMAZIONE REATTIVA

Si serve di questo M. di D. chi, avendo rimosso sentimenti di odio, aggressività e ostilità (spesso a causa di un Super-Io molto severo) e non potendo annetterli al proprio comportamento perché genererebbero uno stato angoscioso di colpa, li tramuta nel loro contrario. Così l'odio primario si trasforma in manifestazioni d'amore esagerato, l'aggressività in atti di cerimoniosità e compiacenza, il sadismo in masochismo ecc….

I comportamenti devoti fino all'annullamento di sé, la dipendenza eccessiva, l'iperprotettività, il moralismo sono in genere le manifestazioni tipiche di chi ha fatto della formazione reattiva la sua difesa contro le tentazioni opposte: desiderio di sopraffazione, aggressività, rivalità, desideri sessuali proibiti.

Questo meccanismo si sostituisce completamente alle proprie autentiche istanze interiori, diventa un inderogabile stile di vita, ma il pericolo è rappresentato dal fatto che, quando alcune circostanze indeboliscono la vigilanza dell'Io, le falle si aprono improvvisamente e appare improvvisamente la vera natura: la persona che tutti conoscevano come indulgente, paziente, amorevole, liberale, generosa, diventa spietata, intollerante e inflessibile. L'ambiente intorno è stupito: il personaggio è diventato irriconoscibile.

Si tratta di un M.D. che trova espressioni grafiche abbastanza individuabili: è facile ravvisare nella scrittura qualcosa di esagerato, stereotipato, forzato: ad esempio un'inclinazione eccessiva (inclinazione amorosa verso l'altro) in contrasto con parallelismo e rigidità accentuati (segni di per sé antitetici alla disponibilità testimoniata dall'inclinazione). Possiamo trovare una pressione forzata sulle verticali (sforzo di affermarsi), oppure sui legamenti (forzatura nell'andare verso l'altro). Gli ovali sono spesso magri e il movimento appare meccanizzato, stereotipato, ad indicare una successione radicata di comportamenti simili e prestabiliti. Scarsa espressione dell'ambivalenza, mascherata da atteggiamenti unilaterali, estremisti. Scritture legate (logica formale, coerenza nell'azione) e assenza di segni di aggressività liberata (forte influenza del Super-Io).

(per ragioni di riservatezza, riproduciamo soltanto due parole tratte dall'intero documento)

M.D. che rinvia l'immagine di una “personalità truccata”. Rafforzando la Rimozione e servendosi della Negazione, il soggetto trasforma i suoi sentimenti ostili nell'opposto: cortesia esagerata, compiacenza, dedizione totale all'altro.

La scrittura denuncia una rigidità di sovrastrutture (parallelismo delle aste, appoggio rigido sul rigo) in contrapposizione con una palese insicurezza delle fondamenta (zona media completamente destrutturata e in fuga, filiformità pronunciata).

L'inclinazione esagerata (inclinazione amorosa verso l'altro da cui viene aspirato come da una calamita), la recisione volontaria di ogni segno di aggressività (vedi finali tronche in scrittura progressiva), la meccanizzazione cadenzata del movimento, denunciano la Formazione Reattiva come M.D. complottato dal Super Io per mantenere la stima di sé attraverso comportamenti di disponibilità e dedizione, ma la zona media estremamente fragile denuncia l'azione fallimentare di tale meccanismo, che può da un momento all'altro far ribaltare nuovamente la personalità verso comportamenti ostili e sordamente aggressivi.

 

L' IDEALIZZAZIONE

E' in rapporto con il narcisismo. Le scelte oggettuali vengono idealizzate come specchio di se stessi, mentre gli aspetti negativi vengono negati per non macchiare il modello di perfezione a cui si aspira. Le motivazioni inconsce implicite all'idealizzazione sono : “ deve essere perfetto per essere degno di me ”. In questo modo, impreziosendo l'oggetto con cui si stabilisce una relazione, questo diventa il proprio specchio che, riflettendo un'immagine ideale, amplifica il proprio valore personale.

Meccanismo di difesa che appartiene di preferenza alle personalità falliche, che sentono l'esigenza di interagire con persone e situazioni adeguate alle loro elevate aspirazioni. Se così non è, riescono ad attribuire loro doti ideali/illusorie rispondenti più alle loro immagini interiori che alla realtà a cui sono di fronte. L'idealizzazione è presente in molti atti di coraggio di sfida e di eroismo, in cui la causa e l'obiettivo sono elevatissimi, degni di qualsiasi sacrificio. Il rischio?.... che, una volta caduta l'idealizzazione e vista la realtà, sempre inferiore a quanto la loro immaginazione l'aveva configurata, abbia luogo una profonda delusione e non si tolleri più la persona o il contesto che aveva dato luogo all'idealizzazione. Deprivato della possibilità di idealizzare, tutto può apparire povero e privo di interesse fino alla rottura della situazione da cui fino ad allora “l'idealizzatore” era stato affascinato.

Il M.D. dell'Idealizzazione si trova generalmente espresso in scritture che privilegiano l'asse verticale, fortemente sopraelevate e prolungate in alto, con zona inferiore non adeguata alla zona superiore o perché scarsamente radicata, raccorciata o perché carente in pressione .

In tali scritture è frequente un tema edipico coniugato con note di “narcisismo fallico” come istanza originata dal bisogno di ipervalutare l'oggetto prescelto, riflesso vincente di sé, negare le sue mancanze e renderlo così degno del proprio interesse.

Scr. A

Scr. B

 

Scr. A – La prima scrittura porta una zona superiore prolungata e svettante, con scarso sostegno nella zona inferiore, con una netta prevalenza dell'asse verticale, che si eleva senza radicarsi con fermezza né in zona media né in zona inferiore. Il tratto è etereo e vibrante, la zona media sfuggente, gli spazi inondanti, la scrittura è prolungata in alto e l'inclinazione è molto variabile. Il tema è edipicamente conflittuale (uomo). La zona superiore ci parla di idealizzazione

 

 

Scr. B – La seconda scrittura (donna) è fortemente “fallica” con sopraelevazioni accentuate, che, con la sua elevazione, sembra sfidare le sue forze un po' cedevoli ( cali e spostamenti di pressione). L'affermazione e l'autonomia risultano un po' illusorie, contrastate da un movimento più ascensionale che progressivo, a denunciare un tema idealizzativo molto presente.

 

Ritorna al menu principale
Home