Dalla rivista n. 24
ATENA
La dea dagli occhi scintillanti che protegge la rocca
di Anna Dondero e Massimo Redaelli








Pallade Atena comincio a cantare, dea gloriosa

dagli occhi scintillanti, piena di saggezza, dal cuore inflessibile;
vergine augusta, protettrice della rocca, intrepida, che da solo generò, dal capo venerato, il saggio Zeus,
figlia sua propria, chiusa nell'armatura guerresca
tutta risplendente d'oro (…)



Atena dagli occhi glauchi – scintillanti e pericolosi come il mare tumultuoso che si agita alla sua nascita dalla testa di Zeus – è la divinità più enigmatica dell'Olimpo.

Anche perché più di ogni altra risente di una lunga evoluzione. Era in principio dea ctonia, in particolare dea dei serpenti – che resteranno effigiati sul suo scudo come capelli di Medusa e formeranno le frange della sua cintura come serpi dalle fauci aperte, simbolo di quella pericolosa curiosità ed acume aggressivo che la sapienza comporta. Per divenire poi divinità uranica, che, come la civetta suo simbolo posteriore, ama la luce notturna e riflessa di un pensiero non abbagliato né abbagliante.

Atena si diventa, quindi, a seguito di un processo di civilizzazione operato dall'intelletto – che trova infine il suo equilibrio nel limite e nella giusta misura.

Ma l'aspetto combattivo si addice sempre alla dea

terribile, che insieme con Ares ama le imprese guerresche

e le città devastate, e il grido di guerra e le battaglie

 

sia per distruggere (le false certezze o le suggestioni irrazionali della magia) sia più costruttivamente per “proteggere la rocca”, la parte più elevata della città (il punto di arrivo della civilizzazione, sempre minacciato dai barbari): Atena è dea delle vette, ma più delle acropoli che delle montagne sacre.

È infatti dea urbana, tutela delle città più nobili che la onorano, proprio come precedentemente era stata protettrice dei più grandi eroi, da Achille ad Odisseo: sempre decisamente aristocratica, elitaria e tradizionalista, figlia prediletta del saggio Zeus col quale si era conclusa per sempre la violenta ed innovativa generazione degli dei.

E sempre protettrice del maschile, col quale ama rapportarsi alla pari, ed invece analfabeta del femminile mai conosciuto attraverso una madre.

Eppure è polùmetis , ricca di molte sapienze. C'è infatti una pluralità di métis in Atena, che sa misurare le più diverse cose ( métis ha la radice del nostro metro ) secondo i criteri più convenienti ed efficaci – e da questa misura partire per la costruzione tecnica di ogni arte utile all'uomo: arte dell'agricoltura e della navigazione, della legislazione e della politica, della guerra e della tessitura. Atena non ha l'intelligenza emotiva di Afrodite e Poseidone né quella

creativa e simbolica di Ermes né quella più sottilmente teoretica di Saturno: è precisa, abile e scaltra, connette secondo calcoli esatti legni ben squadrati e metalli purificati e con essi costruisce l'aratro e la nave, il morso e la lancia, il carro, il telaio. Oppure le leggi della città.

Ma anche ne insegna l'uso accorto e prudente, vigile e solerte: le cose, nate da un'intelligenza calcolatrice, devono essere guidate con una certa flessibilità nella mutevolezza delle vicende concrete, sapendo anche cogliere ragionevolmente le opportunità del momento. Una nave ben costruita e guidata da un timoniere esperto ed attento, pronto a servirsi di ogni vento improvviso ma già ben conosciuto, è quanto di più caro ad Atena: così devono essere costruite le città che la onorano, così la vita di uomini e dei che la temono.

Di questa intelligenza lucida e libera da passioni la dea luminosa si cinge come di una corazza protettiva di sé e dei suoi prescelti.

Corrispondenze Grafologiche

Lo Spazio per Atena è luogo di misura e controllo, in cui combattere e costruire secondo ragione: è uno spazio civile ed urbano, non le selve di Artemide o le altezze/profondità di Apollo. L'Impostazione è ordinata, l'interlinea grande e regolare, non si formano intrichi. C'è equilibrio soppesato di bianco e di nero.

La Forma è semplificata, essenziale ma non trascurata né dissolta dal Movimento: è chiara e sobria. Del resto tutti i valori dell'Armonia sono ben rappresentati in queste grafie che esprimono misura ed amore per il giusto mezzo. Non sono tipiche delle scritture Atena troppe ricombinazioni, personalizzazioni, rebours: è privilegiata una rappresentazione di sé lineare e conoscibile – ed un ragionamento che costruisce il nuovo dai dati già presenti nel cosmo, non che lo crea originalmente.

Il Movimento si accorda con la Forma: va a realizzare efficacemente e con economia di gesti quanto è già stato ben visualizzato e formato intellettivamente. Non si lancia propulsivamente verso un obiettivo esterno e non danza per celebrarne il conseguimento (come Artemide) né si muove in verticale come Apollo: sa dove andare e lo fa senza sforzo né precipitazione. La Velocità è spesso accelerata o rapida, la Continuità non ha brusche interruzioni o cambiamenti. Di solito si presenta legata, ad indicare la consequenzialità dei suoi processi logici.

La Pressione non è molto accentuata: Atena agisce con la leggerezza dell'intelletto anche se per offrire soluzioni concrete e tecniche. Non è appesantita dalle pulsioni, non ha spasmi, mazze: tutto è piuttosto pacificato razionalizzando. E liberato semmai nelle acuminazioni della guerriera dagli occhi scintillanti, sia in zona superiore ad indicare capacità di critica e di polemica sia in zona media per allontanare chi non meriti la sua stima benevolente: la dea è molto selettiva, non aiuta incondizionatamente – ma solo gli eroi che ne siano degni e le città che la continuino ad onorare.

Anche la regolarità della Dimensione, spesso media, indica che l'emotività è piuttosto controllata, razionalizzata. Solo le sopraelevazioni tolgono un po' di proporzione all'orgogliosa dea delle acropoli.

L'essenziale corazza della dea ha soprattutto corrispondenza grafologica nel Tratto netto, che la rende poco empatica e recettiva sia verso gli altri sia verso le proprie parti sommerse sia verso la complessità teoretica delle cose: Atena è la Custode di un ordine oggettivo (quello del Padre) che la trascende e non si concede di essere troppo permeabile alla soggettività e all'affettività archetipicamente femminili ma neppure verso approfondimenti speculativi che allontanerebbero dall'utilità pratica prediletta.

Docente universitaria di Ingegneria

In uno Spazio in cui bianco e nero si armonizzano ariosamente, il filo grafico scorre con un Movimento sciolto e sicuro che non turba la Forma semplice e funzionale. Scrittura armoniosa, limpida, controllata senza sforzo. La Continuità legata connette le lettere agilmente, con qualche alzata di penna razionale (solitamente per mettere il puntino della i ). L'equilibrio delle tre zone e degli assi orizzontale e verticale non cela qualche moderata sopraelevazione e qualche legamento alto. La pressione è leggera, senza ingorghi.

Docente universitario di Ingegneria

Un altro docente (Atena è archetipo dell'insegnante) e sempre di una facoltà tecnica. Lo Spazio, sempre razionalmente controllato, è qui più compatto, ma la grande interlinea dà ugualmente un senso di rigore all'efficienza. La Forma è maggiormente strutturata, restando più vicina al modello calligrafico per scolpire una grande chiarezza, con l'unica eccezione della lettera f arcaicizzante: c'è davvero poco spazio a personalizzazioni e creazioni, c'è come l'ossequio invece ad una verità oggettiva che trascende l'individuo. Più bassa della grafia precedente (ma ugualmente sopraelevata), esprime maggiormente il realismo della dea, anche per mezzo di un appoggio sul rigo – sulla realtà – implacabile. Il Tratto è netto, ma la Pressione è più densa: se non una corazza, una maglia piuttosto spessa contribuisce a costruire la Persona.

Inni Omerici, XXVIII, Ad Atena, Mondadori, Milano, 2000.

Inni Omerici, XI, cit.

Donna, Ingegnere chimico, 29 anni. Lavora in una industria.

Anche in questo caso una Forma arrotondata (la dea dagli occhi scintillanti ama presentarsi amabile), ben costruita (v. anche la presenza di archi), poco personalizzata. Lo Spazio è attentamente ordinato ed insieme riempito, in un'esigenza di realizzazioni concrete e precise. Ristretta ed addossata, questa grafia non lascia opportunità all'irrazionale o all'incontrollabile: tutto appare saggiamente previsto prima ancora che si compia. Piuttosto bassa e solidamente appoggiata sul rigo, non vuole perdere il contatto con le cose tecniche e quotidiane, anche se l'ascensione del rigo e qualche sopraelevazione rivelano l'orgoglio che fa tendere in alto. La zona centrale, di dimensione media, è comunque piuttosto regolare: anche l'emotività è sotto controllo e il Tratto netto difende l'Io da turbamenti eccessivi. Il Movimento si ripiega leggermente all'indietro ad accentuare prudenza e raccolta delle forze.

C. S. Lewis, scrittore e filologo medievale

Può maggiormente lasciarsi andare al Movimento e semplificare intellettualmente la Forma C. S. Lewis, un'Atena meno corazzata e più evoluta. Il grafismo è sempre così misuratamente razionale, essenziale, costruito e connesso perfettamente in uno Spazio scandito da salirsi con buon passo e buon respiro come salendo all'acropoli. L'intellettualità diventa spada che aggredisce la conoscenza (piccola, decrescente, spadiforme), ma i raggruppamenti, le merlature, qualche buco mostrano che non solo l'archetipo Atena è all'opera in questa grafia: come nelle opere dello scrittore, c'è apertura ad un oltre che non nega la razionalità costruttiva ma la trascende – e questo egli vuole insegnare.

Suora, 40 anni, insegnante

Una solida costruttività in questo grafismo che si muove rapido e ben direzionato, curando che la forma non perda chiarezza e grinta e le parole e le righe si staglino con nettezza e distinzione. La tenuta del rigo con le sue concavità e cadute può mostrare come ciò non sia del tutto indolore. Inoltre l'aggressività di questa grafia angolosa ed acuminata ed il suo piglio di marcia tengono un po' distanti: nonostante l'Inclinazione, la scrivente incarna in certa misura la selettività della dea Atena, generosa con la totalità dei suoi devoti ma vicina a pochi prescelti. La regolarità in Dimensione e il Tratto netto accentuano l'aspetto ben difeso del grafismo.

Laureata in Economia, Dirigente

Un Tratto molto netto, gli scatti e le acuminazioni nelle finali lanciate ci parlano di un'Atena aggressiva e competitiva che spesso allontana da sé le persone – chi la conosce afferma che lavora bene in un ambiente tutto maschile, incarnandone i valori, ma fatica a rapportarsi col femminile proprio ed altrui. Seduttiva (arrotolata, inanellata), sceglie come partner uomini più giovani ed un po' infantili, da ammaestrare.

Atena, dicevamo, si diventa. Ecco la stessa persona, un ingegnere docente universitario, nel suo progressivo avvicinamento all'archetipo Atena. L'Inclinazione, che può indicare anche una ricerca intellettuale da angolazioni differenti, si stabilizza: la vivacità e lo sperimentalismo mercuriale diventano il controllo e la sicurezza ricca di certezze della dea dalle molte sapienze concrete. La Forma diviene, se possibile, ancora più essenziale e diminuiscono rebours e personalizzazioni, la Dimensione meno prolungata in alto e in basso – ma le sopraelevazioni sono costanti. Come pure la gestione razionale dello Spazio, che ancora aumenta fra parole, ad indicare ancora maggiore selettività. La parola è spesso spadiforme ed acuminata: anche la specie schiacciata in questo caso sembra dare maggiore aderenza al rigo e prontezza nella progressività.

a 40 anni

e a 60


Così io ti saluto, figlia di Zeus portatore dell'egida:

io mi ricorderò di te, e di un altro canto ancora.

Inno XXVIII

 

Ritorna al menu principale
Home